Avendovi informato correttamente sui massimi accumuli registrati tra giovedì e venerdì scorso, dobbiamo anche informarvi di cosa è rimasto di quella nevicata. Sopra i 2500 m il manto si è assestato arrivando ora tra il metro ed il metro e trenta cm di spessore, sotto andiamo dai 10 ai 30 cm. Dopo la nevicata importante dei giorni scorsi, la neve si è assestata ma al contempo la temperatura a quota 2240, dove abbiamo installato delle stazioni meteo al Passo Sella e Passo Pordoi, sono rimasti soprazero durante il giorno, riducendo della metà il manto nevoso. Fino a ieri sera si misuravano 15-25 cm a terra (nebbia e temperatura sopra zero sono state le cause della drastica diminuzione di manto nevoso), ma nel pomeriggio-sera di ieri, insieme ad aria più secca e fresca, ha fatto rientrare anche dei rovesci che hanno lasciato, sempre sopra quota 2000, almeno 10 cm. Il manto nevoso questa mattina era intorno ai 30-35 cm al Passo Pordoi, 25-30 cm al Passo Sella. Grazie alle nostre collaborazioni, abbiamo anche potuto assistere al “taglio” della neve per l’imminente apertura della Terrazza delle Dolomiti Sass pordoi: accumuli eolici come sempre accade che hanno visto un manto di circa 60 cm di media. Attualmente a 2950 m stimiamo un manto di circa 100-120 cm, ma se guardiamo attentamente la Capanna Piz Boè (3152 m) vediamo accumuli di 200 cm verso sud-est (entrata Rifugio) e 120-150 cm nel lato nord per una media oltre i 150 cm. A onor del vero da quando abbiamo installato la webcam Ottobre 2020 non ricordiamo così tanta neve a quota 3100 m.
Aggiungiamo che quello che è successo tra sabato e domenica, bisogna assolutamente testimoniarlo, perchè la scomparsa di almeno 30-40 cm oltre quota 2000 m in così poco tempo, fa davvero riflettere sulle stagioni che avanzano. I 40 cm misurati al Passo Fedaia venerdi mattina, sono spariti domenica mattina. Anche al Pordoi almeno 30 cm sono evaporati in pochissime ore. La stagione avanza, la radiazione è già oltre a 1100/1200 W/mq su 1400 circa, e la nebbia e la temperatura appena sopra zero ha fatto davvero la differenza.
Il momento pertubato continuerà ad imperversare, seppur la prima fase sia completata. La seconda fase (meno intensa) partirà domattina con un approfondimento (piuttosto ventoso) di una bassa pressione in sud Italia che lancerà qualche rovescio anche nelle nostre montagne. Neve ventosa vuol dire neve che sarà difficile da quantificare. La temperatura è prevista progressivamente alzandosi, seppur sono previste nevicate sino ai 2000 m nei momenti più intensi, ma con accumuli apprezzabili solo oltre i 2300 m (dove attualmente è quasi tutto chiuso a livello di ricettività turistica). Venerdì prossimo sembra la giornata in cui potrebbe entrare qualche refolo di mitezza, però dopo tutta questa neve, massima allerta valanghe oltre i 2500 m. I più esperti ci dicono che non sarà ancora finita, però ormai in un mese apriranno tutti i rifugi alpini e se continua il momento simil-autunnale, alcune località dovranno procrastinare l’apertura.