DDopo un sopramedia di assoluto record di almeno 40 giorni e comunque considerevolmente alto rispetto alla normalità (faremo presto un post riassuntivo di cosa è successo tra settembre e la prima parte di ottobre), è arrivato il primo “refolo” fresco da nord che per qualche ora ha riportato le nostre montagne con temperature degne di nota, che si registrano nella fase tardo-autunnale. Nel nostro forum, attivo dal 2006, parliamo di “freddo discount”. E’ stato proprio veloce, perchè vedendo anche il grafico allegato il clou è stato registrato tra le ore 19 alle ore 2, quindi 7 ore di freddo per poi tornare a valori consoni alla norma per altre 24 ore. Già stamattina siamo oltre la norma per l’attivazione dei venti da sudovest che porteranno la prima vera pertubazione autunnale, piuttosto mite, che però è il preludio per una serie di pertubazioni via via più fresche, come la storia ci insegna.
Ma oggi interveniamo, dopo tanto tempo, per dare risalto a queste temperature fresche registrate. Ci sono due fasi: la prima in alta quota, arrivata come detto nella piena notte tra 15 e 16 ottobre, ma la maggior parte delle temperature le abbiamo registrate prima della mezzanotte con i primi -9,9°C registrati a Punta Penia 3343 m ed i -9 oltre i 3100 m. Nella giornata a seguire ed a questa di oggi in particolare, l’aria fredda in quota si è sedimentata al suolo dando vita a temperature di tutto rilievo per ottobre, con la nostra dolina Mecenseffy a quota 2049 m ubicata a nord dell’Altopiano di Asiago (VI) che ha staccato un importante -12,4°C battendo tutte le doline più cliccate a 2600 m sull’Altopiano delle Pale di San Martino (TN). Valori notevoli anche in pianura, dove i due nostri nuovi siti freddi in diretta h 24 hanno fatto registrare valori interessantissimi, -1°C in Valle di Piero Gobbo nel Montello (Treviso) e +2,1°C alla Piana della Campagnola nel basso vicentino.
Ma come sono andate le ultime due notti nei nostri siti freddi? Con siti freddi parliamo di luoghi dov’è presente una marcata inversione termica e nelle notti serene, e con calma di vento, si possono raggiungere temperature minime estreme, e proprio il vento è stato a disturbare le temperature sulle Pale, ma non solo. I valori nell’Altopiano delle Pale di San Martino non sono ancora di rilievo, in quanto dovuto alla totale presenza di roccia che fa rallentare la discesa della temperatura.
Con l’arrivo del manto nevoso i valori cominceranno ad essere molto più marcati.