L’unica webcam in cui si vede qualcosa è quella del Passo Sella dove si stanno ormai formando i cosiddetti “muri bianchi”. Non penso ce li potremo portare fino al Giro d’Italia il 22 maggio 2024 per la 17a tappa, come qualche volta è successo, ma è utile ricordare che al Passo Sella, come al Pordoi ed al Falzarego l’accumulo al suolo è tra gli 80 e i 100 cm complessiva. La cumulata di questo inverno fino ad ora in questi passi si aggira attorno ai 250 cm mentre ai 2950 cm la cumulata è prossima ai 300 cm. Questa è la situazione nelle Dolomiti Settentrionali, mentre in quelle Centrali a 2000 m siamo a 150 cm al suolo e 250 cm di cumulata. Nelle Meridionali siamo arrivati quasi 300 cm a 2600 m ed a 150 cm di cumulata a 1500 m, rispettivamente 170 cm e 50 cm al suolo. Sulle Prealpi Venete a quota 2000 m siamo ad una cumulata di 260 cm, a 1700 di 130 cm, rispettivamente al suolo 80 e 60 cm. Un appunto sul Passo Pordoi perchè il lato veneto ha almeno 30 cm in più di quello trentino.
Questi sono dati che curiamo noi personalmente da 10 anni almeno, grazie alle tante collaborazioni che abbiamo intrecciato nei 15 anni di lavoro in montagna con Meteotriveneto e con i nostri progetti dolomitesmeteo.it, primierometeo.it e prealpimeteo.it.
Sono dati che saranno rivisti a breve perchè è imminente un altro peggioramento e dalle webcam di tutte le Dolomiti, già siamo sotto una fitta nevicata fine. Si parla di accumuli piovosi settimanali che sfioreranno le nostre zone montane tra i 60 e i 100 mm che saranno sicuramente neve oltre i 1600 m per tutto il tempo, ma attenzione ad una bolla mite tra martedì e mercoledì che potrebbe far risalire la quota neve a quota 2000 m sulle Prealpi e a quota 1600 sulle Dolomiti per alcune ore, prima dell’esaurirsi delle precipitazioni. Quindi i dati delle cumulate avranno valori record in questo inverno che sembrava concludersi in un’alta pressione continua. Inutile dire la pericolosità di valanghe che potrebbero essere ripetitive tra oggi fino alla prossima settimana con chiusura dei passi più estremi (uno è il Fedaia già chiuso nel weekend e l’altro è il Sella. Oggi è per la prima volta Grado 4, ma è evidente che siamo prossimi al Grado 5.
Ovviamente siamo in apprensione per le nostre strumentazioni in quota.
A livello di temperature siamo arrivati per due giorni a -16°C a Punta Penia 3343 m che è un valore medio invernale, tra le 15 giornate più fredde dell’inverno. Eravamo arrivati a -18°C a gennaio con la punta a -23,6 il 23 gennaio, mentre -16 li avevamo registrati nella prima ondata fredda a novembre, ovvero in autunno. Se scrivessimo -16°C a marzo sarebbe un valore interessante da segnalare, per essere chiari e tondi. A quote più basse a 2600 m siamo alla ventesima minima più fredda della stagione.
Purtroppo i dati del vento non sono attendibili e la maggior parte degli anemometri sono bloccati dal ripetuto deposito di neve sulle strumentazioni. Abbiamo misurato raffiche di 50-60 km/h sulle prealpi nella giornata di venerdì poi non abbiamo avuto più dati significativi dalle nostre 50 stazioni in diretta.